venerdì 13 dicembre 2024

 

6.2 IL GIAPPONE DEL PERIODO EDO

6.2.1 Un paese ancora feudale

Il periodo Edo comprende gli anni 1603-1868. Gli shogun Tokugawa, dopo aver sconfitto i clan rivali, acquisirono il potere assoluto. Il Giappone rimase, perciò, ancora saldamente un paese feudale in mano a samurai e shogun come nel periodo medievale, mentre l’imperatore con la sua corte risiedeva senza poteri a Kyoto.

Lo shogun spostò il centro politico e amministrativo a Edo (antico nome dell’odierna Tokyo), a quei tempi ancora un piccolo villaggio di pescatori. Gli shogun Tokugawa cercarono di mantenere a tutti i costi la stabilità politica e per questo costringevano i daimyo, i signori feudali, a risiedere a Edo. Qui i daimyo trasferivano anche le proprie corti e, non essendoci guerre interne, nel giro di un secolo Edo arrivò quasi a un milione di abitanti.

 

6.2.2 La struttura sociale

La società era divisa in rigide classi ed i matrimoni misti erano vietati dalla legge. La piramide sociale era strutturata nel seguente modo:

Imperatore

Corte (nobili)

Shogun

Daimyo

Samurai

Contadini

Artigiani

Mercanti

Al di sotto di tutti vi erano, infine, le cosiddette «persone impure», ovvero chi svolgeva lavori a contatto con i cadaveri o le carogne (macellai, conciatori e becchini) e i «non uomini» (erano così considerati i ladri, i mendicanti e le prostitute). Per queste persone venivano costruiti specifici quartieri, isolati dal resto della città e spesso non riportati nemmeno sulle mappe.

Le leggi stabilivano per ogni classe sociale precise norme che regolavano vari aspetti della vita pubblica e privata, dal comportamento all’abbigliamento, dai beni consentiti fino alle attività di svago e alle opportunità di poter avere un’istruzione.

 

6.2.3 I samurai

In questi secoli i samurai continuarono a seguire il bunbu, ideale in cui cultura (bun) e arti marziali (bu) sono doveri uguali. Questi guerrieri avevano, secondo la dottrina confuciana, il compito affidato dal Cielo di garantire un governo benevolo attraverso l’esempio personale. La loro responsabilità era politica, ma anche morale. Questo si univa al rispetto delle relazioni confuciane (gerarchia signore > suddito e padre > figlio) allo scopo di garantire l’armonia sociale e la stabilità politica. Il confucianesimo importato dalla Cina professava gli ideali di pietà e amore verso i genitori, di lealtà e obbedienza verso i superiori e di subordinazione dei propri bisogni a quelli della comunità di appartenenza. Il samurai era, quindi, un individuo al servizio degli altri, il più possibile staccato da bisogni materiali o di denaro. Ad esempio, il samurai che non era in grado di saper distinguere le monete l’una dall’altra era considerato un modello di grande virtù, proprio perché dimostrava con la sua ignoranza il distacco dal valore materiale degli oggetti.

 

6.2.4 Lo sviluppo di una nuova società

Nonostante l’impostazione feudale e la rigida divisione in classi sociali, la società governata dal regime degli shogun Tokugawa, organizzata principalmente attorno all’attività agricola, si sviluppò anche a livello mercantile. Questo accade principalmente soltanto all’interno dell’impero. Gli unici stranieri ammessi e con i quali si intrattenevano scambi commerciali erano i cinesi e gli olandesi, costretti a vivere unicamente nella città portuale di Nagasaki.

 

6.2.5 La vita nelle città

Questa chiusura all’esterno venne ufficializzata nel 1641 con l’introduzione del sakoku. Fu una legge basata su un estremo protezionismo che non permetteva ai giapponesi di avere contatto con esterni, sul modello cinese. Una chiusura di carattere culturale che causò anche la morte di molti missionari cattolici che arrivarono in Giappone per diffondere la fede cristiana.

L’impossibilità di avere rapporti con l’esterno, però, permise al Periodo Edo di essere un tempo di pace e relativa ricchezza, in cui si svilupparono le città - specialmente Tokyo –, l’arte e la cultura, nacquero e si diffusero il sumo, una forma di lotta corpo a corpo tra due sfidanti, il sushi (per come è inteso oggi) e il teatro kabuki, una forma di teatro con caratteristiche molto diverse da quelle occidentali, con una trama molto incerta e l’assenza quasi totale di testo verbale.

A Kyoto vivevano circa trecentomila persone, mentre Edo si trasformò in una metropoli estesa, vivace e popolosa dove la metà delle persone viveva nella «città bassa», zona dei rioni commerciali. Edo fu centro politico e amministrativo del Giappone di questo periodo, ma anche nucleo economico e culturale, con reti di strade e canali navigabili per il transito di grandi quantità di merci, persone e informazioni.

 

6.3.6 Il “mondo fluttuante”

Questa fervida esistenza all’interno delle città, favorita dal forte impulso dei commerci e della borghesia che con essi si stava arricchendo, rappresentava il cosiddetto “mondo fluttuante”. Con queste parole si indica il “nuovo” mondo che si stava creando grazie ad un periodo di pace e alla cultura mercantile, e che si poteva vivere soprattutto di sera e di notte nei quartieri centrali di Osaka, Kyoto e Edo. Molte di queste scene quotidiane sono testimoniate dalle numerose, tipiche stampe artistiche dell’epoca, prodotte con matrici di legno e con colori nitidi e uniformi. Proprio perché stampate in gran numero, queste opere non avevano costi elevati e per questo si diffusero ampiamente nelle case di molti giapponesi.

 

6.3.7 Istruzione e cultura

Nacquero numerose scuole private, spesso annesse ai templi locali, che impartivano l’educazione ai figli dei contadini, a mercanti e artigiani. La crescita del tasso di alfabetizzazione (che verso la fine del Periodo Edo pare interessasse quasi la metà della popolazione maschile) è testimoniata dall’ampia circolazione di libri di botanica nelle zone rurali e di racconti, favole, cronache di viaggio e vicende amorose destinate a un pubblico di lettori cittadini sempre più ampio.

In conclusione in questi secoli risiede quel fermento intellettuale che interessò la società giapponese a diversi livelli, dalla sfera politica, sociale e filosofica fino al campo scientifico, letterario e artistico. Nonostante il rigido sistema feudale e la morale confuciana dei Tokugawa, il Periodo Edo costituì la base su cui si fonderanno i cambiamenti economici e culturali che il Giappone compirà dopo la ‘riapertura’, con la fine del sakoku, a metà XIX secolo, e con il Periodo Meiji (1868-1912) che porterà alla modernizzazione industriale.

 

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