6.2 IL GIAPPONE
DEL PERIODO EDO
6.2.1 Un paese ancora feudale
Il periodo Edo comprende gli anni
1603-1868. Gli shogun
Tokugawa, dopo aver sconfitto i clan rivali, acquisirono il potere
assoluto. Il Giappone rimase, perciò, ancora saldamente un paese feudale
in
mano a samurai e shogun come nel periodo medievale,
mentre l’imperatore con la sua corte risiedeva senza poteri a Kyoto.
Lo shogun spostò il centro politico
e amministrativo a Edo (antico nome dell’odierna Tokyo), a quei tempi ancora un
piccolo villaggio di pescatori. Gli shogun Tokugawa cercarono di mantenere a
tutti i costi la stabilità politica e per questo costringevano i daimyo, i
signori feudali, a risiedere a Edo. Qui i daimyo trasferivano anche le proprie
corti e, non essendoci guerre interne, nel giro di un secolo Edo arrivò quasi a
un milione di abitanti.
6.2.2 La struttura sociale
La società era divisa in rigide
classi ed i matrimoni misti erano vietati dalla legge. La piramide sociale era
strutturata nel seguente modo:
Imperatore
Corte (nobili)
Shogun
Daimyo
Samurai
Contadini
Artigiani
Mercanti
Al di sotto
di tutti vi erano, infine, le cosiddette «persone impure», ovvero chi svolgeva
lavori a contatto con i cadaveri o le carogne (macellai, conciatori e becchini)
e i «non uomini» (erano così considerati i ladri, i mendicanti e le
prostitute). Per queste persone venivano costruiti specifici quartieri, isolati
dal resto della città e spesso non riportati nemmeno sulle mappe.
Le leggi
stabilivano per ogni classe sociale
precise norme che regolavano vari aspetti della vita pubblica e privata,
dal comportamento all’abbigliamento, dai beni consentiti fino alle attività di
svago e alle opportunità di poter avere un’istruzione.
6.2.3 I
samurai
In questi
secoli i samurai continuarono a seguire il bunbu, ideale in cui cultura (bun)
e arti marziali (bu) sono doveri uguali. Questi guerrieri avevano, secondo la dottrina confuciana, il compito
affidato dal Cielo di garantire un governo benevolo attraverso l’esempio
personale. La loro responsabilità era politica, ma anche morale. Questo si
univa al rispetto delle relazioni confuciane (gerarchia signore > suddito e padre
> figlio) allo scopo di garantire l’armonia sociale e la stabilità
politica. Il confucianesimo importato dalla Cina professava gli ideali di pietà
e amore verso i genitori, di lealtà e obbedienza verso i superiori e di
subordinazione dei propri bisogni a quelli della comunità di appartenenza. Il
samurai era, quindi, un individuo al servizio degli altri, il più possibile
staccato da bisogni materiali o di denaro. Ad esempio, il samurai che non era in
grado di saper distinguere le monete l’una dall’altra era considerato un
modello di grande virtù, proprio perché dimostrava con la sua ignoranza il
distacco dal valore materiale degli oggetti.
6.2.4 Lo sviluppo di una nuova società
Nonostante l’impostazione feudale e la rigida divisione in classi sociali,
la società governata dal regime degli shogun
Tokugawa, organizzata principalmente attorno all’attività agricola, si
sviluppò anche a livello mercantile.
Questo accade principalmente soltanto all’interno dell’impero. Gli unici
stranieri ammessi e con i quali si intrattenevano scambi commerciali erano i
cinesi e gli olandesi, costretti a vivere unicamente nella città portuale di
Nagasaki.
6.2.5 La vita nelle città
Questa chiusura all’esterno venne ufficializzata nel 1641 con
l’introduzione del sakoku. Fu una legge basata su un
estremo protezionismo che non permetteva ai giapponesi di avere contatto con
esterni, sul modello cinese. Una chiusura di carattere culturale che causò
anche la morte di molti missionari cattolici che arrivarono in Giappone per
diffondere la fede cristiana.
L’impossibilità di avere rapporti con l’esterno, però, permise al Periodo
Edo di essere un tempo di pace e relativa ricchezza, in cui si svilupparono le
città - specialmente Tokyo –, l’arte e la cultura, nacquero e si diffusero il sumo, una forma di lotta corpo a corpo tra
due sfidanti, il sushi
(per come è inteso oggi) e il teatro kabuki, una forma di teatro con
caratteristiche molto diverse da quelle occidentali, con una trama molto
incerta e l’assenza quasi totale di testo verbale.
A Kyoto vivevano circa trecentomila persone, mentre Edo si trasformò in una metropoli estesa, vivace e popolosa dove
la metà delle persone viveva nella «città bassa», zona dei rioni commerciali. Edo fu centro politico e amministrativo del
Giappone di questo periodo, ma anche nucleo economico e culturale, con
reti di strade e canali navigabili per il transito di grandi quantità di merci,
persone e informazioni.
6.3.6 Il “mondo fluttuante”
Questa fervida esistenza all’interno delle città, favorita dal forte
impulso dei commerci e della borghesia che con essi si stava arricchendo, rappresentava
il cosiddetto “mondo fluttuante”. Con queste parole si indica il “nuovo” mondo
che si stava creando grazie ad un periodo di pace e alla cultura mercantile, e
che si poteva vivere soprattutto di sera e di notte nei quartieri centrali di
Osaka, Kyoto e Edo. Molte di queste scene quotidiane sono testimoniate dalle
numerose, tipiche stampe artistiche dell’epoca, prodotte con matrici di legno e
con colori nitidi e uniformi. Proprio perché stampate in gran numero, queste
opere non avevano costi elevati e per questo si diffusero ampiamente nelle case
di molti giapponesi.
6.3.7 Istruzione e cultura
Nacquero numerose scuole private, spesso annesse ai templi locali, che
impartivano l’educazione ai figli dei
contadini, a mercanti e artigiani. La crescita del tasso di
alfabetizzazione (che verso la fine del Periodo Edo pare interessasse quasi la
metà della popolazione maschile) è testimoniata dall’ampia circolazione di libri
di botanica nelle zone rurali e di racconti, favole, cronache di viaggio e
vicende amorose destinate a un pubblico di lettori cittadini sempre più ampio.
In conclusione in questi secoli
risiede quel fermento intellettuale che interessò la
società giapponese a diversi livelli, dalla sfera politica, sociale e
filosofica fino al campo scientifico, letterario e artistico. Nonostante il
rigido sistema feudale e la morale confuciana dei Tokugawa, il Periodo Edo
costituì la base su cui si fonderanno i cambiamenti economici e culturali che
il Giappone compirà dopo la ‘riapertura’, con la fine del sakoku, a metà XIX secolo, e con il Periodo Meiji (1868-1912) che
porterà alla modernizzazione industriale.
Nessun commento:
Posta un commento